Bologna è il luogo più FICO d’Italia grazie a Eataly

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Uno dei motivi per cui consiglierei a chiunque di passare qualche giorno a Bologna è sicuramente il cibo. Certamente, Bologna ha un patrimonio storico e culturale di valore inestimabile, ma il cibo ne prende parte a pieno titolo, trasudando storia e tradizione da ogni boccone. Si impara molto di più su Bologna andando a cena in una trattoria del centro che leggendone la storia su un libro!

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Pasticceria siciliana al Fico Eataly World

Non credo sia un caso che proprio a Bologna, capitale italiana del cibo (non per screditare le altre cucine regionali italiane, ma c’è un motivo se all’estero quando chiedi a qualcuno cosa gli piace di più della cucina italiana, Bologna scavalca subito le classifiche con ben due piatti sul podio: lasagne e spaghetti bolognese!), dicevo, non è un caso se qualcuno, che di cibo se ne intende – e non solo! – , abbia pensato di valorizzare l’intero patrimonio culinario italiano all’interno di questo accogliente territorio. Il progetto FICO – alias Fabbrica Italiana COntadina – nato a Bologna il 15 Novembre 2017, ha come intento quello di esaltare il nostro patrimonio nazionale, quello legato al cibo, all’interno di un territorio che rappresenta il baricentro della tradizione gastronomica, nonché il baricentro fisico del nostro stivale.

Il parco agroalimentare – così viene definito sul sito ufficiale www.eatalyworld.it – ha sede nell’area appartenente al CAAB di Bologna, quindi fuori dal perimetro della città, ma non per questo fuori mano. Anzi, sono stati allestiti dei collegamenti ad hoc con partenza da Bologna stazione centrale proprio per chi, come me, si lascerebbe scoraggiare dall’arrivare fin là con i propri mezzi, nonché per rendere superfluo, almeno una volta, l’utilizzo dell’auto privata come mezzo per uscire dalle porte della città, come spesso si rende necessario.

Così, in una giornata di quelle uggiose come spesso Bologna è solita regalarci in inverno, io e i miei amici abbiamo deciso di trascorrere qualche ora alla scoperta di questa bella novità. Intanto, per non dare adito a fraintendimenti sulla serietà del progetto, chi volesse arrivare in auto si troverà di colpo davanti ad una barriera autostradale simile a quella di Melegnano, senza neppure prendere l’autostrada. Il biglietto servirà a testimoniare l’orario di ingresso nel parcheggio e a stabilire il prezzo finale della sosta, nel caso decidiate di fermarvi per più di due ore (il che non è per nulla impossibile, anzi). Ad ogni ingresso del parco troverete batterie di biciclette fiammanti, tre ruote e due cestini in legno, di color turchese, a riprova del fatto che la questione si fa seria. Nessun prezzo da pagare, solo pedalare e divertirsi.

Giusto per intenderci sulle dimensioni del parco, consiglio l’analisi della mappa a questo link: https://www.eatalyworld.it/media/userfiles/files/mappa-33x40cm%20it.pdf

FICO-eataly-world-biciIl percorso ciclabile è ben segnalato da una sorta di carreggiata che sancisce perfettamente l’asse di simmetria di ogni sezione del paco. Per questo, pedalandoci sopra, si ha una vista completa di tutto il ben di Dio che ci circonda: salumi e formaggi, vini, birra, piadina, porchetta, arrosticini, pasta, fritti, pesce, BBQ, dolci, insomma, ogni desiderio può essere appagato, purché sappiate scegliere dove fermarvi! Se riuscirete a riprendervi da questo frastuono di colori e sapori, noterete come il parco non voglia solo prendervi per la gola, ma anche entrare nel merito di come la tradizione gastronomica italiana venga portata avanti dalle maggiori aziende del settore, riconosciute a livello internazionale come garanti della buona Italia. Così, tra un arrosticino e un cannolo siciliano (tra l’altro, spettacolare!), si può curiosare all’interno delle Fabbriche, così chiamate proprio perché riproducono fedelmente, seppure in un spazio limitato, i processi produttivi di alcuni dei prodotti cardine della nostra tavola. Ed ecco che troviamo la linea del latte fresco, il pastificio, il forno, la mortadella, il cioccolato e tante altre mini-industrie, più o meno artigianali, che attirano l’attenzione su un processo che, finalmente, diventa trasparente e controllabile dal consumatore.

Ci tengo a sottolineare questo aspetto, per me di fondamentale importanza, in quanto opero in prima linea nel settore alimentare: qualunque persona estranea ai processi dell’industria alimentare tende oggi ad avere l’idea che le grandi aziende applichino dei processi poco tradizionali e irrispettosi della salute del consumatore, solo perché, in quanto grandi, possano permettersi di utilizzare materie prime di bassa qualità o lavorazioni che depauperano le proprietà del prodotto senza nessun controllo (complice qualche notizia che strumentalizza i fatti o che porta a generalizzare i fenomeni). Credo che l’intento del progetto FICO sia volto anche a scardinare questo preconcetto sui prodotti industriali, soprattutto su quelli di cui dovremmo solo essere fieri.

FICO-eataly-world-allevamentiIl parco è inoltre costellato di aree ricreative per adulti e bambini, laboratori di cucina, campi da beach volley e spazi didattici in cui trascorrere il tempo divertendosi e imparando, anche per i più piccoli. E soprattutto per questi ultimi, ma non solo, il lato nord del parco ospita le aree di allevamento, con le razze animali caratteristiche dei territori italiani, da guardare e, perché no, toccare.

Un luogo dai mille aspetti che sa come attrarre l’attenzione di tutti, dai grandi ai piccoli, in cui si può trascorrere un’intera giornata o giusto il tempo di un aperitivo. Un luogo che concentra uno spaccato di Italia, quella più gustosa, ma anche più turistica, senza tuttavia risultare, per questo, banale.

Articolo e foto a cura di: L. Isidori