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Home » La ‘Ndocciata di Agnone: il giorno del fuoco

Nel cuore dell’Alto Molise il piccolo borgo di Agnone di poco più di cinquemila abitanti, dove i rintocchi delle campane più antiche del mondo fanno da colonna sonora al meraviglioso centro storico, che d’inverno viene avvolto dalla neve e in cui rivivono tradizioni ancestrali.

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©Alex Marinelli

È Agnone, comune “Bandiera arancione” del Touring Club Italiano, che si prepara a riaccendere la Ndocciata, suggestivo rito natalizio del fuoco. L’appuntamento è previsto per il 10 dicembre e si ripete la sera della vigilia di Natale. Centinaia di portatori accendono le ‘ndocce incamminandosi lungo il corso di Agnone, che diventa all’improvviso un emozionante fiume di fuoco.

Cos’è la ‘ndoccia

La ‘ndoccia è il termine dialettale molisano che sta per “grande torcia“. Si tratta di torce alte oltre tre metri, ricavate dall’abete bianco e assemblate con ginestre secche e spago fino ad assumere una forma a ventaglio.

Sono un elemento tipico della ritualità pagana legata al solstizio d’inverno: acceso in onore del Dio Sole nella notte più lunga dell’anno, il rito del fuoco solstiziale è stato poi fatto proprio dal cristianesimo e si è trasformato nel fuoco in onore al Dio che nasce. Ai significati pagani e religiosi si sono mescolati nei secoli anche quelli contadini e popolari.

Secondo alcune ipotesi, in passato queste fiaccole in formato gigante potevano servire ad illuminare il cammino dei contadini che dalle zone rurali si spostavano verso il paese per assistere alla messa natalizia di mezzanotte. Per la credenza popolare il crepitio delle ‘ndocce serviva ad allontanare le streghe.

Cosa aspettarsi

La sfilata inizia intorno alle 18, con l’imbrunire, puntuale con i rintocchi della campana di Sant’Antonio. Il corteo si apre con gli stendardi cittadini e con figuranti che animano scene di vita contadina. Poi arriva il fuoco: prima le ‘ndocce più piccole portate dai bambini, poi quelle grandi sulle spalle dei portatori e infine i maestosi “ventagli” infuocati, sulle spalle di uno o due uomini.

Provenienti dalle maggiori contrade (Sant’Onofrio, Guastra, Colle Sente, San Quirico) e quartieri agnonesi (Capammonde e Capaballe), i portatori, tutti uomini, con indosso un mantello a ruota di panno nero come protezione, recano sulle spalle singole fiaccole o strutture a ventaglio che racchiudono fino ad un numero di venti elementi di fuoco, per un peso di circa 150 kg ed un’altezza che sfiora i 4 metri.

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©Lello Muzio

La conclusione è in Piazza Plebiscito, dove i residui delle ‘ndocce finiscono di ardere in un gigantesco falò detto della “fratellanza” che brucia simbolicamente quanto di negativo c’è stato durante l’anno che sta per finire e dà man forte al nuovo sole (solstizio), affinché propizi luce e calore.

Altro da vedere ad Agnone

Oltre alla sfilata serale, durante il giorno si può assistere alla realizzazione delle ‘ndocce, senza dimenticare di assaggiare le specialità del periodo: baccalà arrosto, baccalà indorato e fritto e baccalà preparato con aglio, olio, prezzemolo e mollica di pane oltre che i prodotti caseari, specialità di Agnone tutto l’anno.

Tappe obbligate in paese sono la storica Pontificia Fonderia Marinelli, la più antica azienda di campane al mondo, dichiarata sito Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, con annesso museo delle campane e diverse chiese: quella intitolata a San Marco (XI sec.), la chiesa di Sant’Antonio Abate con campanile settecentesco, la chiesa intitolata a San Francesco e quella di Sant’Emidio che conserva tredici statue lignee del XVII secolo raffiguranti Cristo e gli Apostoli.

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©Tommaso Labella Un portatore con il suo ventaglio infuocato

L’artigianato è un altro punto di forza accanto alla gastronomia. Solitamente la chiesa di San Francesco ospita l’esposizione dei presepi artistici, mentre nel giorno dell’Immacolata nelle strade sono organizzati itinerari enogastronomici.

Patrimonio per la tradizione

Riconosciuta nel 2011 come Patrimonio d’Italia per la tradizione dal Ministero del Turismo, la manifestazione richiama ogni anno l’attenzione non solo dei molisani ma di migliaia di turisti provenienti da tutte le regioni. La ‘Ndocciata ricevette nuovi e straordinari stimoli dopo il magico evento dell’8 dicembre 1996, quando un fiume di fuoco invase Piazza San Pietro sotto lo sguardo di Giovanni Paolo II.

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©Pasquale Zeoli

Il 3 ottobre 2011 lo stesso fiume di fuoco delle ‘ndocce fu acceso anche ad Assisi per celebrare San Francesco Patrono d’Italia. Nell’anno 2012, la manifestazione ha ricevuto un ulteriore prestigioso riconoscimento dalle Poste Italiane che, su proposta del Ministero dello Sviluppo Economico, ha emesso un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il folklore italiano” dedicato alla ‘Ndocciata in tre milioni di copie.

Infine, il 26 settembre del 2015, Agnone e il Molise sono stati i protagonisti a Milano per quello che è stato considerato l’evento di punta fuori dal salone dell’Esposizione Universale: il giorno del fuoco. La ‘Ndocciata venne proposta sui Navigli, con oltre 50 mila spettatori sulle sponde della Darsena, e con la campana di Expo realizzata dalla Pontificia Fonderia Marinelli posizionata all’interno del Monumentale di Milano.