Cosa vedere nelle valli del Natisone: natura, storia, cucina tipica e curiosità

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Ogni tanto c’è proprio bisogno di staccare la spina per rincorrere destinazioni nuove, per godersi giornate disimpegnate lontano dal caos, per recuperare la serenità perduta in posti tranquilli e per sentirsi coccolati sulla scia di colori e profumi diversi dal solito. In questi casi ecco che un soggiorno in Friuli, nelle valli del Natisone, può essere la giusta soluzione!

Le valli dei Natisone

Quattro valli attraversate dal fiume Natisone con i suoi affluenti Cosizza. Alberone ed Erbezzo e dominate dal monte Matajur delineano il territorio orientale del Friuli Venezia Giulia rivelandosi crocevia e passaggio di popoli, mercanti e guerrieri attraverso le copiose tracce storiche che l’avvicendarsi delle epoche non ha cancellato. Non è raro infatti imbattersi in resti di antichi castellieri, in reperti che testimoniano qua e là l’impronta di insediamenti romani, in ciò che rimane di quelle che un tempo furono fortificazioni medievali e nei residui stralci di linee difensive e percorsi militari risalenti alla Prima Guerra Mondiale. E, quali inesauribili miniere d’oro appannaggio dei visitatori appassionati di storia, le valli del Natisone allargano il loro abbraccio pure agli ardimentosi escursionisti ansiosi di perdersi in mezzo a panoramici sentieri (alla volta del Parco del Tricorno, del comprensorio del Monte Canin o del Monte Nero) e a coloro che anelano al cammino sulle vie della Fede (verso il Santuario di Castelmonte risalente al V secolo o la grotta di San Giovanni d’Antro, con chiesetta quattrocentesca interna).

Eppure queste valli si dimostrano particolarmente prodighe di attenzioni soprattutto nei confronti dei gourmand più esigenti e di coloro che, oltre agli aspetti naturalistici, storici e culturali si lasciano intrigare anche dalle curiosità e dalle leggende in quanto, da questi punti di vista, esse costituiscono la meta perfetta alla quale approdare.

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Cibo e tradizioni delle valli del Natisone

Mille sapori decisi e intensi caratterizzano la cucina tipica, nelle valli del Natisone: in una terra in cui i funghi, la selvaggina e le trote del fiume elargiscono piatti indimenticabili, le minestre di castagne, mais, zucca, brovada e patate restituiscono al palato quella gioia delle secolari tradizioni che se non si gusta non si può proprio assaporare. Ogni anno, quando i primi freddi fanno capolino, la rassegna titolata “Invito a Pranzo” è qui il piacere per eccellenza e, sin dagli anni Novanta (con la fondazione dell’Associazione Invito), propone con gran successo e soddisfazione i menu tipici delle valli del Natisone in tutti i locali dei suoi antichi Borghi. E, dove l’accoglienza e la sensazione di un’affettuosa ospitalità rende felici, nulla vieta di concludere i pasti con la gradevolezza degli strukij (dolcetti tipici), magari accompagnati da un bicchiere di Picolit (vanto della produzione enologica locale) e lasciandosi affascinare dalle tante mitiche storie raccontate dagli abitanti delle valli…

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Dolce tipico

Come quella sulle Krivapete, per esempio. A quanto sembra le Krivapete, donne colte e solitarie vestite di bianco e dai lunghi capelli verdi, si aggirano coi loro piedi ritorti per le valli del Natisone spesso per raccogliere erbe in prossimità dei corsi d’acqua e talvolta per dispensare preziose indicazioni ai contadini sulla semina e sui raccolti. Ottimo deterrente al fine di scoraggiare i bambini a giocare nei campi dopo il tramonto, le Krivapete fanno parte dei racconti popolari di queste zone e, assieme agli altri spiritelli del mito come i Lintver, i Benandanti e gli Skratiaci, da secoli continuano ad animare l’immaginario collettivo perdendosi in fantasiose dimensioni da fiaba.

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E, in un certo senso, non sono altro che lo specchio dei luoghi fiabeschi di queste splendide valli incantate, tutte da vivere e da esplorare.