Ortigia: arte, storia e azzurro del mare

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L’isola di Ortigia costituisce il nucleo più antico di Siracusa. Collegata a quest’ultima tramite il Ponte Umbertino, Ortigia ci accoglie immersa nell’azzurro delle acque che la circondano, solcate da barche a vela, pescherecci e varie imbarcazioni. L’odore di salsedine e il sole che riflette tra i flutti marini inducono ad abbracciare l’isola con lo sguardo da una visuale particolare, usufruendo di uno dei tour in motoscafo fino a giungere nei pressi di alcune grotte naturali, tra le quali quella a forma di cuore, meta privilegiata dei più romantici.

La storia è padrona a Ortigia dove, immediatamente prima di entrare nel cuore pulsante dell’isola, le rovine del tempio di Apollo – risalente al VI secolo a.C. – si ergono maestose con le colonne in pietra calcarea. È il passato greco di Siracusa che emerge dalle polveri del tempo, lasciando anche su quest’isola la sua testimonianza. Non si dimentichi, infatti, che nell’entroterra, dirigendosi quindi verso la città vera e propria, il teatro greco di Siracusa accoglie ancora oggi gli spettatori delle numerose rappresentazioni ispirate alle antiche commedie e tragedie.

Chiesa-ortigia-luoghi-interesseIn piazza Archimede, la magnifica fontana di Artemide, che risplende la sera di luce soffusa, immette nella via della Maestranza, ricca di negozi e adatta agli appassionati di shopping dove i vestiti contemporanei si affiancano a botteghe di artigianato locale, fino a inoltrarsi nei vicoli della Giudecca, l’antico quartiere ebraico.

E’ a questo punto che appare doveroso dirigersi verso la chiesa di San Giovanni Battista, costruita in tipica pietra calcarea, per accorgersi che le sue caratteristiche architettoniche rimandano forse a qualcosa di più antico, di precedente. Questa struttura, priva del tetto, impostata su arconi, con un portale quattrocentesco sormontato da un rosone, sorse su una basilica di IV secolo d.C. Attraversarla contemplando i riflessi gialli e rosa della luce sulla pietra, con il cielo azzurro che veglia dall’alto, è un’esperienza da non perdere. Probabilmente, proprio accanto ad essa, sorgeva un’antica sinagoga.

Proseguendo e perdendosi quindi tra i vicoletti dagli angoli colorati dalla bouganville fucsia e rossa, è possibile effettuare una breve visita sotterranea nel passato ebraico di Ortigia. Sotto il residence-albergo “La Giudecca” è infatti conservato il più antico bagno rituale ebraico d’Europa. Si tratta del mikveh di Casa bianca, raggiungibile scendendo una lunga scala intagliata nella roccia. La breve visita guidata ha lo scopo di introdurre l’affascinante storia del sito, per scoprire particolari tasselli dell’antica cultura ebraica.

La Sicilia però è famosa anche per i coloratissimi “pupi“, marionette spesso abbigliate come cavalieri dalla brillante armatura. Proprio sull’isola di Ortigia è possibile visitare il piccolo, ma ricchissimo Museo ad essi dedicato, scoprendo una delle tradizioni meridionali portate avanti localmente dalla famiglia Vaccaro. All’interno del museo è infatti visibile lo studiolo, in cui ritagli di cartapesta si mescolano a tubetti colorati e pennelli sotto l’occhio vigile di maghi, streghe e creature fantastiche.

Duomo-luoghi-interesse-ortigiaSvoltando ancora lungo i vicoli che trasudano dettagli di antiche storie, si arriva alla piazza di Santa Lucia. Non si è mai preparati ad accogliere lo spettacolo del Duomo che si erge maestoso in tutto il suo splendore con la sua magnifica facciata barocca. Ma c’è di più, perché l’occhio attento del visitatore non potrà fare a meno di cogliere alcuni particolari soprattutto inoltrandosi all’interno del monumento: colonne gigantesche si impiantano a sostenere il tetto, mentre ricchi arredi barocchi decorano le cappelle. Il Duomo di Santa Lucia, infatti, ha una storia molto antica alle sue spalle che affonda le sue radici, ancora una volta, nel passato greco dell’isola: le colonne sono appartenenti al tempio dedicato alla dea Atena nel V secolo a.C. I cristiani inserirono al suo interno il santuario di Santa Lucia, creando così un caso di stratificazione storica, archeologica e devozionale.

Gli appassionati d’arte troveranno nella stessa piazza anche la piccola chiesa di Santa Lucia alla Badia, il cui interno conserva la magnifica tela di Caravaggio “Il Seppellimento di Santa Lucia“, visibile durante gli orari d’apertura.

Aretusa-siracusa-luoghi-interesse-ortigiaCome Sirene, le acque azzurre del mare siracusano richiedono attenzione ed è bene ascoltare il loro richiamo, riprendendo la breve discesa in gustosa compagnia di uno dei cannoli da passeggio oppure assaggiando uno dei fantastici arancini. Tra i locali che iniziano a popolare le stradine, si scorgono i riflessi di uno specchio d’acqua racchiuso in una foresta di papiri. È opportuno avvicinarsi e soffermarsi cautamente al cospetto della Fonte Aretusa, il cui nome deriva dall’omonima ninfa rifugiatasi, secondo la leggenda, a Siracusa. Aretusa chiese di poter essere trasformata in fonte, ma Alfeo, innamorato perdutamente di lei, la inseguì, finché Zeus mosso a compassione, fece sì che il fiume di cui era padrone deviasse il suo corso fino a Siracusa, incontrando nuovamente le acque di Aretusa.

Proprio sul mare affaccia inoltre il Castello Maniace, capolavoro di architettura militare voluto dallo Stupor Mundi, l’imperatore Federico II di Svevia, tra il 1232 e il 1240, in cui le alte guglie delle sale si incontrano con i possenti muri difensivi. Infine, tornando a percorrere le stradine, la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo conserva sculture e opere d’arte provenienti da alcuni conventi distrutti di Siracusa e non solo. È un museo raccolto, suddiviso in sale disposte al pianterreno e al primo piano da cui è possibile affacciarsi su uno dei due cortili, quello delle Palme, i cui muri sono costellati di massicci stemmi marmorei.

Ortigia non termina qui: i suoi vicoletti contengono dettagli e storie di un passato lontano, odori e colori, uniti alle tradizioni e ai sorrisi degli abitanti che rimarranno impressi nel cuore del visitatore.

Copyright foto articolo: Cristina Cumbo