Un viaggio carico di storia alla scoperta di luoghi abbandonati nell’affascinante mare a quadretti del Vercellese

Home » Un viaggio carico di storia alla scoperta di luoghi abbandonati nell’affascinante mare a quadretti del Vercellese

Tempo di lettura stimato: 9 minuti

Ed eccoci qua per un secondo appuntamento, dopo la nostra prima tappa alla Villa del Barone a Strevi e avervi solleticato una certa curiosità per questo hobby chiamato “urbex” a molti di Voi sconosciuto, ho pensato di rendervi miei compagni per un nuovo comodo viaggio virtuale.
Con l’esplorazione urbana di luoghi abbandonati ho modo di vedere tanta bellezza nella loro imperfezione e spesso esprimono una propria sensualità femminile.

…edifici nei quali la natura è tornata ad esserne la proprietaria…

Per quanto mi riguarda fu amore a prima vista, un colpo di fulmine. Non ne ho avuti tanti, una passione che cresce di volta in volta, un’esperienza dopo l’altra. Scoprii una parte della mia personalità romantica e passionale, che mi era oscura. Mi capita di spingermi in posti dove purtroppo restano solo polvere e macerie, edifici nei quali la natura è tornata ad esserne la proprietaria e di cui non ho neppure la certezza che il pavimento improvvisamente non mi ceda sotto i piedi o che il soffitto si sbricioli sulla mia testa… ecco perchè vi invito a non improvvisarvi come nuovi pionieri di questa pratica.

Le regole non scritte degli urbexer

L’Urbex ha i suoi aspetti positivi e negativi, vi ho già accennato i rischi a cui si può andare incontro, per la propria sicurezza fisica ed eventuali noie legali, in realtà c’è anche dell’altro.
Tra gli urbexer esiste una sorta di “regole non scritte”, nel rispetto di questi luoghi, per proteggerli e preservarli da atti di sciacallaggio, come lasciare tutto come si è trovato durante il proprio passaggio senza alterare, spostare o arrivare a distruggere, non portare via nulla, per permettere agli altri (chi arriverà dopo) di fotografare lo stesso scenario.
Accade purtroppo che ci siano persone che si sentano titolate ad andare oltre i limiti, che pur di assicurarsi “l’esclusiva” guastano la scena dopo lo scatto, per renderlo unico.
Ho esplorato molti posti, percorrendo chilometri per strade ed autostrade, da una parte all’altra dell’Italia, passando da Toscana, Emilia, Marche, Veneto, Lombardia e Piemonte, riscontrando purtroppo scene devastate e spogliate di molti oggetti, quasi come “souvenir” a ricordo di un viaggio… ci tengo a precisare, questo non è Urbex, questi non sono Urbexer!

Tre luoghi nel Vercellese

Bene, siamo pronti!
Oggi rimaniamo in Piemonte, faremo più di una tappa, vi accompagno nello spettacolare mare a quadretti. Persi tra le risaie in una delle sette grange del territorio di Trino Vercellese, vicina alla ex Centrale termoelettrica Galileo Ferraris (non più attiva).

L’ex residenza di Camillo Benso di Cavour

urban exploration-leri-piemonte

Ci troviamo nel borgo di Leri, nella residenza estiva del politico e personaggio storico più importante di Italia, Camillo Benso, Conte di Cavour. Qui transitarono molti personaggi illustri, Napoleone Bonaparte, Re Vittorio Emanuele, Giuseppe Verdi, Massimo d’Azeglio, Costantino Nigra, Sir James Hudson. Purtroppo l’edificio si presenta oggi in uno stato di avanzato degrado, violato e saccheggiato, anche la piccola chiesa del borgo non è stata risparmiata, pile di libri sono stati dati alle fiamme vicino all’altare. Ho avuto la fortuna di accedervi autorizzata dal Presidente Roberto Amadè e Vice Presidente Marianna Fusilli dell’Associazione L.e.r.i. Cavour, volontari che stanno cercando in ogni modo e col massimo impegno di tutelarla e proteggerla dai vandali. Si parla di dargli un futuro, come contenitore museale, per ospitare storie del vercellese e mostre itineranti, utilizzando il multimediale, l’interattivo, proiezioni e ologrammi per i più piccoli. Ma anche come punto di riferimento nel vercellese per incentivare il turismo con servizi di ricezione, ristorazione e centro benessere. Presto partiranno i primi lavori di riqualificazione, legati all’installazione di pannelli fotovoltaici nelle immediate adiacenze. Accompagnata all’interno della proprietà, una stanza dopo l’altra, come in una sorta di viaggio nel passato carico di storia.

Il Santuario della Madonna delle Vigne

urbex-santuario madonna delle vigne-piemonte

Ma lasciamo Leri. A circa 10 km di distanza dal borgo, mi spingo ad arrivare fino all’antico Santuario della Madonna delle Vigne, luogo legato alla storia dello Spartito del Diavolo (leggenda di un brano magico che se fosse suonato al contrario, da destra a sinistra e dal basso verso l’alto, libererebbe un demone imprigionato in una cripta della vicina abbazia del principato di Lucedio). Negli anni fu luogo in cui venivano celebrate messe nere, costruito nel XVII secolo, esempio di barocco piemontese, a pianta ottagonale orizzontale a simboleggiare l’infinito. Rimasto attivo fino a circa il 1920, cadde poi nell’oblio fino a circa gli anni 2000. Nonostante il degrado più assoluto, vandalizzato, ormai senza più un pavimento (magari qualcuno in cerca di chissà cosa di occulto) gli interni non più arredati, ancora conserva pregevoli affreschi e stucchi. Lo spartito magico, dipinto in un affresco raffigurante un organo a canne, si trova sopra la porta di ingresso.
Un luogo completamente abbandonato nel silenzio ed in pessime condizioni, ora solo meta di vandali e qualche esploratore (che ne fotografa quanto resta).

Il Castello di Vettignè

Risaliamo in macchina e cambiamo del tutto scenario. Immerso tra le risaie della Bassa Vercellese, arriviamo all’antico borgo disabitato di Vettignè. All’interno delle mura sorge oramai disastrato il Castello dalla Torre cilindrica risalente al XIV secolo, che domina tutto il paesaggio circostante. Oramai l’intera area è in condizioni strutturali pericolanti, abbandonato da oltre 50 anni con l’inizio dello sviluppo industriale e la “fuga” per le città. Polvere, rovine, un’area immensa, poche stanze si sono salvate e si riescono a visitare, colorate e affrescate da ornamenti floreali, gigli, immagini sbiaditi dal tempo e mattoni a vista, cornici di camini sgretolati nel tempo, scenari che possono ancora servire come suggestivi set fotografici, nei quali riusciamo a dare sfogo alla nostra più fervida immaginazione. Per motivi di sicurezza non è più accessibile l’ascesa in cima alla torre, frammenti di intonaco caduti dai muri, che imbiancano e rendono oramai irriconoscibili i gradini consumati dal tempo.

urbex-vettigne


Solo la porzione della vecchia locanda si è salvata, oggi infatti è attivo un grazioso Bed and Breakfast “il Passatempo di Enrica”, con 3 camere e 8 posti letto, in un’atmosfera di altri tempi, immersi nella quiete, con arredi tradizionali, inseriti in camere che furono quelle della antica osteria e locanda del castello. La gentilissima host Enrica mi ha concesso la possibilità di accedervi, scattare all’interno foto e raccogliere informazioni sulla storia di questo luogo. Mi ha parlato di ambiziosi progetti per Vettignè, un imponente piano di riqualificazione, in attesa di approvazione, che lega circa 42 Comuni limitrofi dislocati tra le province di Biella e Vercelli, con rilevanti risorse richieste da impiegare.

Bene la nostra giornata di esplorazione è volta al termine, ma non mi dispiacerebbe ritrovarvi per accompagnarvi in nuove avventure, un ritorno al passato, come se riuscissimo a spostare indietro nel tempo le lancette di un antico orologio. A presto!

Profilo autore

Pamela Nanetti-urbex-foto bio
Pamela Nanetti

Pamela Nanetti è nata e vive a Bologna, da tempo legata al Biellese per amicizie e legami personali, mamma, impiegata back office, ha iniziato a scrivere per caso, un modo per conoscere sé stessa, iniziando coraggiosamente un viaggio senza avere la certezza del ritorno, nel quale esce la sua vera personalità, dove il cuore non permette calcoli e vive di istinto, ecco da dove nasce il primo libro, “Viaggio nel cuore di un urbexer”.
Alla scoperta dell’Urban Exploration, Urbex, da circa un anno, girovagando e “zingarando” per luoghi abbandonati, pericolanti e fatiscenti, ricchi di storia e di un valore architettonico e bellezza unici. Un viaggio nel tempo, trasportati in un’altra dimensione parallela, sfruttando la passione per la fotografia, la curiosità per l’esplorazione, con l’incoscienza di una bambina, si addentra in dimore storiche, castelli, vecchie rovine decadenti, riconquistate dalla natura, di cui si dimentica l’esistenza, invisibili, che restano nell’ombra, il cui trascorrere del tempo sembra averli cristallizzati. Anche il quotidiano La Stampa incuriosito da questa passione ha voluto dedicare uno spazio tra le sue pagine e ora grazie all’attuale e recente collaborazione col giornale Eco di Biella ha la possibilità di condividere queste personali esperienze.

Scattare una foto è come riportarli allo splendore iniziale, un modo intimo per esprimere emozioni e sensazioni come una dichiarazione di amore per chi non riesce a dimenticare. Una raccolta di fotografie ed esperienze che documentano tappa per tappa.

“… cominciai a frugare tra le rovine del mio cuore per ricostruire un riparo in mezzo alle macerie.” (D. Roberts – Shantaram)

Leggi altri articoli di questo autore!

Per il tuo soggiorno suggeriamo il B&B Cascina Mondella a 40 km